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Lot n° 172

MANIFATTURA VENEZIANA DEL XVIII SECOLO

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MANIFATTURA VENEZIANA DEL XVIII SECOLO Eccezionale cassettone a ribalta con alzata, in legno laccato a fondo rosso e parzialmente dorato, fittamente decorato a motivi di ghirlande fiorite che racchiudono scene a 'chinoiseries' con magots, architetture e paesaggi orientali; alzata con cimasa di linea spezzata e due ante celanti sei vani con ornato floreale e una nicchia centrale, corpo inferiore di forma mossa con due cassetti sul fronte sormontati da anta calatoia con interni suddivisi in cassettini e vano centrale; fianchi concavi e lesene evidenziate da volute, piedi a mensola laccati a fondo verde scuro. . Cm 252x132x65. Provenienza: Semenzato Venezia, 26 aprile 1992, lotto 225 (copertina di catalogo); Collezione privata, Padova.Bibliografia di riferimento: S. Levy, "Lacche veneziane settecentesche", Milano 1967, vol. I, tav. 164-167;S. Levy, "Lacche veneziane settecentesche", Milano 1967, vol. II, tav. 406-409;C. Santini, "Le lacche dei Veneziani", Modena 2003, pp. 193-195, fig. 172-177.Vero e proprio capolavoro dell'ebanisteria laccata veneziana, questo 'trumeau' costituisce uno dei vertici della produzione lagunare per i palazzi aristocratici della Serenissima, distinguendosi sia per la fitta e dettagliata decorazione a 'chinoiseries', svolta con elevata perizia e descrizione didascalica, che per i raffinati intagli che rendono l'opera un rincorrersi di linee mosse, volute, intagli e lesene dal sapore quasi scultoreo e mai banale. La qualità tanto della lacca, di un rosso vivo e magnetico, quanto della lavorazione a intaglio e della decorazione dorata fanno supporre che sia stato probabilmente commissionato per un'importante committenza nobiliare nel cuore stesso della città marciana intorno alla metà del XVIII secolo, forse parte centrale di un'intera stanza decorata a lacca rossa e con temi e decori 'all'orientale'.E' possibile confrontare il nostro esemplare con un altro cassettone a ribalta con alzata, sempre a fondo rosso e con decorazioni a cineserie, già parte della raccolta di Alvise Barozzi a Venezia e pubblicato in S. Levy, "Lacche veneziane settecentesche", Milano 1967, vol. I, tav. 164-167: se entrambi condividono un linea leggera e raffinata, oltre all'elegante cimasa di linea spezzata e ai fitti decori particolareggiati, il nostro presenta le ante superiori non a vetri e anch'esse decorate, oltre ai fianchi che si estendono con una linea concava che allarga morbidamente la parte inferiore invece di concluderla con una sezione dritta e meno decorata, come nel caso di quest'ultimo.Il motivo dei 'magot' in varie pose all'interno di paesaggi racchiusi da cornici e ghirlande è riscontrabile, sempre nei toni dell'oro su fondo laccato rosso, anche su dei pannelli decorativi già parte della collezione Tullio Silva a Milano (sempre illustrati in S. Levy, "Lacche veneziane settecentesche", Milano 1967, vol. II, tav. 406-409) e su un servizio in legno di cirmolo illustrato in C. Santini, "Le lacche dei Veneziani", Modena 2003, pp. 193-195, fig. 172-177.