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Lot n° 40

A case in rosewood, ebony, hard stones and chiselled...

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A case in rosewood, ebony, hard stones and chiselled and gilded bronze. Florence, Grand Ducal Galler L'opera è corredata di permesso di libera circolazione. Corpo parallelepipedo con spigoli smussati, su cui sono applicati finimenti bronzei con cascate a frutta e foglie sormontate da testa di leone, poggiante su piedi a foggia di doppia zampa ferina. Sui lati riserve rettangolari riquadrate da cornici in bronzo contenenti placche raffiguranti rami di ciliegie e susine in vari tipi di diaspri. Coperchio modanato con maniglia centrale sagomata che separa due placche con commessi raffiguranti farfalle, rami con fiori e foglie legati da nastri in diaspro e lapislazzulo. Sugli angoli motivi bronzei a volute e cartigli. Interno in radica di olivo e filettature in palissandro. Il raffinato cofanetto, in origine proveniente da una nobile famiglia toscana, trova riscontri, come spiega il professore Alvar Gonzalez-Palacios nella scheda che accompagna l'opera, di cui citiamo alcuni passi "...con alcune cassette realizzate nella Galleria dei Lavori di pietre dure di Firenze databili tra la fine del XVII secolo e i primi decenni del secolo successivo, negli anni in cui era diretta dallo scultore Giovan Battista Foggini (1652-1725)..."il raro e prezioso manufatto "..che spesso il Granduca donava, contenente essenze o farmaci particolarmente rari distillati nelle sue botteghe..." trova riscontri stilistici con altri esemplari noti e documentati come quello conservato a Firenze presso la collezione dei Principi Corsini, quello presso la Hotburg di Vienna o l'esemplare della collezione Milanese, già proveniente dall'Antichità Alberto di Castro a Roma presentato da Sotheby's Milano nella vendita "A Milanese cabinet collection" del Giugno 2016. Spiega ancora A. Gonzalez-Palacios "Più rara è la maniglia sul coronamento che ne facilita l'apertura: indiscutibilmente d'epoca e simile a quella apposta sulla pendola di Ignazio Hugford, databile alla fine del seicento e conservata a Palazzo Pitti" e continua "il gusto delle applicazioni in bronzo dorato sul nostro arredo corrisponde a que

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